Con D.G.R. n. 357/2018 (attuazione del D.A. 65/2017) la Regione Marche ha approvato il programma delle Aree Vaste dell’ASUR finalizzato al contrasto, prevenzione e riduzione del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) e della dipendenza da nuove tecnologie e Social Network. Tale progetto è gestito dall’Area Vasta n. 3 in collaborazione con alcuni Enti Accreditati convenzionati in Associazione Temporanea di Impresa, quali: Cooperativa Sociale P.A.R.S., Associazione di Promozione Sociale Glatad, Cooperativa Sociale Cooss Marche, Società Cooperativa Sociale Berta ‘80.

La Società Cooperativa Sociale Berta ‘80 ha avviato gli interventi di propria competenza nel mese di aprile 2018 e terminerà i lavori nel mese di agosto 2019. Tra le azioni di prevenzione particolare attenzione è posta al contesto scolastico allo scopo di raggiungere e sensibilizzare una fascia di età, quella dell’adolescenza, particolarmente esposta ai rischi connessi all’utilizzo di mezzi di difficile controllo, come quelli tecnologici, nonché all’esordio di comportamenti di dipendenza patologica.

In tale contesto, mercoledì 5 Giugno 2019 presso il campo di calcetto della Società Cooperativa Sociale Berta ’80, si è disputato il torneo dal titolo: “La Vita si suda”, che ha visto le squadre Appignanese, Aurora Treia, Nicolò Ceselli Caldarola e Settempeda affrontarsi in un quadrangolare. I ragazzi, classe 2002-2005, partecipanti ai campionati Allievi e Giovanissimi, hanno portato in campo il loro entusiasmo e la loro passione. L’evento è stato realizzato all’interno del progetto regionale “Hazzard”, per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da Gioco d’Azzardo Patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network.

Al termine degli incontri, la psicologa Claudia Giordani, coadiuvata dal Direttore della Comunità Terapeutica Donato De Blasi, ha condotto uno spazio di riflessione sul ruolo protettivo dello sport, che si caratterizza come forma di competizione sana, in contrasto con le probabili derive patologiche del gioco, che possono condurre fino alle drammatiche forme di “addiction”. Lo sport è stato rappresentato come modello di passione, dedizione, relazione, determinazione nel raggiungimento dell’obiettivo, superamento degli ostacoli e delle frustrazioni, in quanto simboleggia un argine di fronte al rischio di disperdere il proprio slancio vitale nei mondi fittizi del gioco d’azzardo, dominato dal caso o da una fagocitante realtà virtuale.

La sfida è quella di trasmettere non solo la tecnica, ma i valori sani dello sport ai giovani. Come? Attraverso la condivisione e il contagio, come quelli messi in campo dagli allenatori e dai dirigenti sportivi, tra cui si sono distinti Francesco Giorgi, Francesco Palombi e Marco Mattiacci, che con grande sensibilità ed entusiasmo hanno partecipato al progetto, coinvolgendo i loro allievi.